femminismo proletario rivoluzionario

August 11, 2010

Home

Filed under: — sommosprol @ 6:57 am

Dall’incontro nazionale del 10 marzo 2012 a Palermo

 

“la lotta è l’unica arma” – Anna lavoratrice Policlinico

“E’ stata una giornata bellissima e molto istruttiva e sarebbero dovute venire davvero tante altre donne per ampliare

questa coscienza e questo bella forza” – Jelena studentessa

“la strada è lunga ma unite nella lotta si arriva dove si vuole” – Sabina studentessa

“bellissima esperienza le donne in lotta possono………..” – Cettina lavoratrice Scuola

“andiamo avanti con la lotta e non ci dobbiamo mai fermare….. VIVA LE DONNE CONTRO TUTTO” – Corrada lavoratrice Scuola

“una bella e intensa assemblea… la nostra è una lotta non solo come lavoratrici, precarie ecc ma è anche una lotta per lanostra dignità di donne…” Giorgia precaria Coop Sociale…

Tante donne lavoratrici, precarie, disoccupate, studentesse

hanno partecipato attivamente all’incontro nazionale che si è tenuto a Palermo promosso dalle lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe insieme alle compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario.

Presenti delegazioni da altre città del nord e del sud, in particolare una rappresentanza delle disoccupate e lavoratrici di Taranto, unite, sia pur a distanza, spesso nella stessa lotta.Il clima bello e combattivo è stato attraversato dall’eco dell’entusiasmo e forza messi in campo nel corteo di circa 150 donne fatto due giorni prima a Palermo, che si erano anche scontrate, vincendo, contro la stupida repressione della polizia; la più importante manifestazioe a livello nazionale di donne proletarie tenutasi nell’8 marzo e in cui per la prima volta, dopo anni, hanno manifestato insieme lavoratrici, precarie, e ragazze,studentesse.

L’assemblea si è aperta con la lettura e condivisione di diversi messaggi da chi avrebbe voluto ma non ha potuto essere presente: in particolare dalle operaie dell’Omsa, da Attrice Contro che ha mandato un saluto da Radio Città Aperta, da lavoratrici di Roma, dell’Aquila, di Arezzo, di Bologna… fino al Friuli.

Nell’assemblea, come nelle iniziative dell’8 marzo, abbiamo mandato un caldo saluto alle donne del movimento No Tav, protagoniste in una una sorta di guerra di popolo di lungadurata che la popolazione sta portando avanti.

E’ stato sottolineato quindi il piacere e l’importanza di trovarsi insieme, di conoscersi, di socializzare le esperienze di lotta come elemento di reciproco rafforzamento, importante nella fase specifica che stiamo vivendo di vero e proprio salto di qualità pratico, politico, ideologico, culturale da parte di governo, padroni, Stato contro l’intera condizione delle donne, cartina di tornasole della condizione dell’intera società, che si vuole far tornare indietro in un moderno medioevo.

” Siamo tra le donne che dovranno continuare a lavorare, ad esaurirsi in fabbrica e nei posti di lavoro fino a 65 anni e oltre – abbiamo ripreso dall’appello di convocazione dell’incontro – siamo tra le tante che non vedranno mai un lavoro vero e la pensione; tra quelle che dovranno caricarsi ancora di più del peso del carovita, dei tagli alle spese sociali… Governo e padroni si affannano per uscire, loro!, dalla crisi ma questo per noi donne significa più doppio sfruttamento sul lavoro, che sempre più è precario, e in casa, più doppia oppressione, più “uccisione” del futuro, più discriminazione, più humus da moderno medioevo, ideale brodo di coltura anche per le violenze sessuali e le uccisioni delle donne! Se le ministre tecniche alla Fornero, le dirigenti sindacali alla Camusso, le tante riformiste legate ai partiti borghesi ora parlano di noi donne, non ci ingannano! parlano di “tutele”, mentre preparano o appoggiano provvedimenti che ci fanno tornare decenni indietro. E’ ora, quindi, che noi scateniamo la nostra rabbia e organizziamo la nostra lotta…”

Tanti sono stati gli interventi di lavoratrici, disoccupate, di giovani in lotta ogni giorno, prima e dopo l’8 marzo; dalle loro denunce, dai lori coinvolgenti racconti delle lotte dure che stanno facendo contro istituzioni, aziende, polizia, ma anche contro discriminazioni, pressioni sessuali, humus maschilista dentro e fuori i posti di lavoro, è venuto fuori chiaro il doppio fronte di lotta delle donne: quello di classe e quello di genere, e che la lotta delle donne porta una necessità di rivoluzione che nessuna ipocrita politica di “conciliazione” può fermare.

E’ stato ribadito però che è necessario che le lotte delle donne si uniscano, rimanere circoscritte solo alle lotte locali è inefficace e impotente perché si è detto “dobbiamo lottare insieme contro un sistema sociale che insieme agli attacchi alle nostre condizioni di lavoro vede una forte ripresa di concezioni maschiliste e reazionarie contro noi donne”.

Condivisione e collegamento delle varie realtà in lotta quindi ma guardando ad un percorso che possa portare alla costruzione di una concreta risposta di lotta complessiva in cui la questione di classe si intrecci alla questione di genere contro quello che è un attacco complessivo contro la vita delle donne.

L’assemblea ha quindi lanciato da Palermo l’appello a tutte le lavoratrici, le precarie, le disoccupate, a tutte le donne in lotta PER UNO SCIOPERO DELLE DONNE L’8 MARZO DEL 2013.

Sciopero delle donne è per ora una parola d’ordine ma se si riuscirà ad organizzarlo sarà una cosa importante , di forte rottura e impatto, “un po’ come lo sciopero degli immigrati – si è detto – in cui ad un certo punto prendono in mano la situazione e lo fanno”.Lavoreremo in tutto questo anno per costruire una rete tra le realtà in lotta organizzando anche incontri diretti.

A livello internazionale l’assemblea è stata dedicata alle donne proletarie dell’India, che impegnate in prima fila nella guerra popolare hanno portato avanti recentemente un grandioso sciopero di milioni di donne, sfidando la triplice oppressione e indicando una strada a tutte le donne. Dall’assemblea è emerso la proposta di organizzare nei prossimi mesi un incontro in Italia con una rappresentanza delle donne indiane.

Al termine dell’assemblea, un entusiasmante video delle battaglie del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario e una cena autorganizzata, musica, discussioni collettive, in un clima unitario, festoso e combattivo.

VIVA L’8 MARZO!

VIVA LO SCIOPERO DELLE DONNE!

 

Leggi il verbale dell’assemblea

Scarica l’opuscolo “Donne e Lavoro… la doppia lotta contro governo, padroni, Stato”

_____________________________________________________________________________________________

Dal seminario dell’mfpr del 31 luglio e il 1 agosto a Taranto

Un seminario intenso e vivace quello che si è svolto tra sabato 31 luglio e domenica 1 agosto. Organizzato dalle compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario in un bel luogo di campagna a pochi Km dal mare in provincia di Taranto, si sono ritrovate insieme donne, lavoratrici, precarie, disoccupate provenienti da diverse città, che hanno avuto la gioia di rincontrarsi visto che alcune si erano già conosciute alla due giorni del 13/14 marzo “Bagagli per un viaggio delle donne in lotta” a Taranto o di conoscersi visto che altre partecipavano per la prima volta.

Proprio perché a Marzo parlammo di “viaggio delle donne in lotta” questo seminario è voluto essere un’altra tappa di un percorso di lotta che va avanti e in questo senso per mantenere un filo di continuità la prima giornata di esso è stata caratterizzata dalla ripresa dei temi trattati nella precedente due giorni di marzo. Per questo si è utilizzato un dossier, a cura dalle compagne Mfpr, contenente appunto la verbalizzazione della due giorni di Marzo, di cui, attraverso la lettura di diversi passaggi, si sono ripresi e discussi gli interventi più significativi.

Siamo partite ripercorrendo le diverse lotte che nell’ambito lavorativo/sociale hanno caratterizzato lo scenario di questi mesi, dalle disoccupate e lavoratrici delle pulizie di Taranto, alle precarie delle cooperative sociali di Palermo, dalle lavoratrici della scuola di Milano alle operaie della Omsa di Faenza e della Triumph di Bergamo…alla lotta delle donne aquilane, lotte in cui agli attacchi concreti alla condizione economica/lavorativa si unisce un attacco più generale che investe tutta la vita delle donne.

Su questo tutte le donne presenti sono intervenute riportando la loro esperienza.

Alla luce di ciò anche in questo seminario si è posta la necessità di dovere dare una risposta forte e concreta agli attacchi che padroni, governo e istituzioni sferrano contro le donne quotidianamente: per questo si è ripresa la questione dello SCIOPERO DELLE DONNE da lanciare come nuova sfida a livello generale, uno sciopero abbiamo letto e ribadito che non è affatto “una parola d’ordine sindacale ma uno sciopero che partendo dalle condizioni concrete delle donne, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle casalinghe, delle proletarie, vuole allargarsi all’insieme di tutti gli attacchi economici, sessuali, ideologici contro le donne ” (dal dossier “Bagagli per un viaggio delle donne in lotta”), e in questo senso si è detto che le donne devono lottare anche contro i lavoratori per fare entrare con forza la questione di genere nella questione di classe. Lo sciopero delle donne come elemento di rottura.

Dal lancio di una parola d’ordine si deve passare alla costruzione concreta dello sciopero delle donne e su questo al seminario si è deciso che è importante lavorare con più impegno perché si formi una rete tra lavoratrici, precarie, disoccupate, donne contattando, seguendo, dando voce sia direttamente che indirettamente alle varie realtà in lotta che investono il nostro paese dal nord al sud generalizzando le diverse esperienze. A tal fine inoltre si è deciso di preparare sin dal mese di settembre un’inchiesta da portare nelle fabbriche, nelle scuole, nei diversi posti di lavoro fino ai quartieri che guardando ai vari aspetti di attacco che subiscono le donne possa essere un utile strumento per avanzare nell’analisi della condizione delle donne in un paese capitalista e imperialista come il nostro e per elaborare una piattaforma di lotta per lanciare lo sciopero delle donne su tutte le questioni.

Una parte della prima giornata del seminario è stata poi dedicata all’analisi della condizione delle donne migranti nel nostro paese e in particolare su questo ci si è concentrate su un’importante battaglia che è diventata il simbolo della lotta delle donne migranti: la lotta di Joy e la campagna di mobilitazione di donne femministe, comitati antirazzisti che in questi mesi vi è stata in diverse città, sfociata nel presidio al tribunale di Milano l’8 giugno scorso a sostegno di questa donna migrante che insieme ad altre compagne si è ribellata alla pesante condizione di oppressione subita all’interno dei CIE che per le donne vuole dire anche molestie e violenza sessuale.

E’ stato analizzato e ribadito che per noi in questa lotta non si è trattato solo di solidarietà e denuncia generica, ma di un concreto passo in avanti, un altro tassello che si aggiunge all’insieme della lotta generale e complessiva contro uno Stato, un governo da stato di polizia sempre più pressante contro tutti, lavoratori, operai, giovani, masse popolari, ma che contro le donne usa anche la violenza sessuale e in più razzista se si tratta di donne immigrate.

Quindi non una battaglia meramente “garantista” o “giustizialista” quando si è detto “libertà per Joy, condanna per l’ispettore Addesso” ma lotta contro uno Stato razzista e sessista a cui si deve far pagare il maggior costo possibile e che va attaccato pertanto in ogni suo aspetto, in ogni terreno non lasciando libero alcun spazio.

Ciò è necessario alla lotta rivoluzionaria per rovesciare questo stato borghese moderno fascista.

Questa prima giornata si è conclusa con la visione di alcuni video in particolare uno sulle recenti lotta delle donne aquilane che insieme a tanti aquilani sono scesi in corteo a Roma contro il governo che ad oggi non ha risolto la drammatica situazione di tante famiglie e abitanti colpiti dal terremoto e rimasti senza casa, un altro sull’iniziativa di lotta al tribunale di Milano a sostegno di Joy, e infine abbiamo rivisto il video fatto dalle compagne Mfpr che ripercorre il percorso della lotta femminista, proletaria, rivoluzionaria delle donne sia nel nostro paese che anche a livello internazionale arricchito delle recenti e nuove esperienze di lotta delle donne che si sono aggiunte negli ultimi mesi.

Il secondo giorno del seminario è stato invece caratterizzato da due parti.

Nella prima parte, abbastanza ampia, abbiamo cercato di mettere a fuoco, di ragionare sulla sempre più grave questione della VIOLENZA SULLE DONNE, in particolare l’aspetto della UCCISIONI delle donne all’interno della famiglia che in questi giorni ha avuto una crescita davvero drammatica: la famiglia assassina, quella che da un lato serve al sistema sociale come ammortizzatore sociale e dall’altro diviene strumento di controllo della vita delle donne, quella in cui le donne diventano parte della proprietà familiare da cui non ci si può staccare. Su questo aspetto abbiamo letto passi di un documento di analisi prodotto dalle compagne Mfpr “In morte della famiglia”.

“ E’ come se fosse tornato in voga il delitto di onore” si è detto, abbiamo quindi ragionato sul perché vi è un vero e proprio divario circa la quantità delle uccisioni che avvengono al Nord rispetto al Sud. Condizioni economiche e sociali diverse ma non solo anche concezioni che sono frutto e in sintonia con ideologie moderno clericofasciste, razziste, piene di valori reazionari sempre più presenti e agenti in particolare in alcune realtà del Nord, vedi il leghismo, che inevitabilmente spargono a livello popolare un humus maschilista e sessista contro le donne.

Ma oggi nel nostro paese siamo davanti ad un vero e proprio salto di qualità contro le donne: Berlusconi ne rappresenta il primo artefice, “l’utilizzatore” che usa/abusa del potere politico per usare/abusare del corpo delle donne in cambio della loro carriera nello spettacolo e in politica, colui che rivendica come “normale” tutto ciò, che legittima la violenza sulle donne, Berlusconi il primo “degli uomini che odia le donne” rappresentando il marciume della borghesia e il legame tra maschilismo e moderno fascismo in un processo che vuole portare le donne verso un moderno medioevo.

Su questo aspetto si è deciso di preparare un nuovo dossier che contenga da un lato le esperienze di lotta più significative in tal senso e dall’altro alcuni testi di denuncia e di analisi; ma non basta solo dire, occorre anche fare, scendere di nuovo in piazza a far sentire la nostra voce, denuncia, lotta, per questo si è detto che è importante riprendere il cammino di lotta e in tal senso per esempio è stata proposto di costruire una nuova iniziativa in occasione della prossima udienza a Perugia del processo contro il femminicidio di Barbara Cicioni.

La seconda parte della giornata ha invece avuto un risvolto più teorico: è stata, infatti, dedicata alla ripresa delle basi storico materialistiche della condizione delle donne che sono alla base della formulazione “movimento femminista proletario rivoluzionario” come nuova prassi e nuovo pensiero, per impugnare i punti di fondo teorici dell’intreccio genere/classe e della centralità della questione delle donne nella lotta rivoluzionaria, guardando anche alle esperienze di altre donne che nel mondo sono parte determinante della guerre di popolo in corso da anni come le donne peruviane, nepalesi, indiane, anche in prospettiva dell’appuntamento internazionale della conferenza delle donne in Venezuela.

Su questo abbiamo poi deciso di proseguire a livello locale con gruppi di studio, discussione, prendendo a base Engels in particolare con “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” e utilizzando due opuscoli prodotti dalle compagne Mfpr, uno relativo al seminario fatto dalle stesse nel 1995 ad Agrigento “Spunti per un femminismo proletario rivoluzionario”, l’altro su “Ratzinger: il ritorno dell’infamia originaria – come la chiesa assorbe il “pensiero della differenza sessuale” e lo pone al servizio del moderno medioevo del capitale.

I momenti di pausa tra una discussione e l’altra hanno contribuito ad accrescere il clima di vivacità e solidarietà tra tutte le donne presenti.

Con un bel giro turistico a Taranto infine abbiamo concluso il seminario, contente di questa nuova due giorni trascorsa insieme, un giro in cui le compagne mfpr, le donne disoccupate e le lavoratrici di Taranto ci hanno fatto vedere i luoghi delle rivolte e lotte in cui sono state protagoniste in prima linea.

Il viaggio delle donne in lotta continua…

********

Sul seminario sarà preparato un quaderno contenente la discussione, gli interventi, il dibattito, e sarà messo a disposizione di tutte.

Il dossier “Bagagli per un viaggio delle donne in lotta” sulla due giorni del13/14 marzo e il video a cura del mfpr, e tutti gli altri materiali sopra indicati sono disponibili e se volete potete richiederli.

Forti saluti di lotta a tutte

le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario

mfpr@libero.it

06/08/2010

Scaricate il dossier e salvatene copia. Allegato al dossier vi è il dvd sul “il viaggio del femminismo proletario rivoluzionario”. Richiedetelo a mfpr @ libero.it, vi sarà spedito per posta con un piccolo contributo per le spese postali. La versione ridotta del video la trovate qui

No Comments

No comments yet.

RSS feed for comments on this post.

Sorry, the comment form is closed at this time.

Powered by R*